21/04/2015
Una riflessione sul 25 Aprile
Sono trascorsi settant'anni da quel 25 aprile di sole e di speranza, ma mai come in questo giorno sacro siamo tenuti a riflettere. Spegniamo per un momento i motori, zittiamo i cellulari e fermiamoci a pensare. È questa l'Italia che volevano i nostri padri, i nostri nonni? È questo il paese libero, democratico e solidale che sognavano coloro che hanno sconfitto il fascismo? Quelli che sono morti per la libertà e l'uguaglianza? Il primo istinto dice di rispondere orgogliosamente di sì, questa è un'Italia diversa e migliore di quella di settant'anni fa. È vero, ma se approfondiamo il pensiero ci accorgiamo che la storia ancora non è finita. L'odore acido del fascismo si sente ancora e in alcuni momenti, quando si parla di integrazione, di tolleranza, di accoglienza del diverso, diventa una puzza mefitica e intollerante che intossica tutto il paese e di colpo l'Italia torna agli anni che hanno preceduto il 25 aprile del 1945, gli anni delle leggi razziali, delle persecuzioni e del confino. L'Italia che speravamo di aver cancellato per sempre e invece ogni tanto ancora riaffiora. Mai come in questi giorni si è sentita questa puzza. Mai come in questi giorni bisogna impegnarsi perché si torni a respirare l'aria fresca e rigenerante del 25 aprile del 1945.
Lello Gurrado