La Resistenza a Cernusco
Angelo Ratti
Angelo Ratti nasce a Cernusco sul Naviglio il 2 maggio del 1926. Per la sua scelta antifascista viene arrestato con cinque compagni e, nel marzo del 1944, deportato nel campo di sterminio di Mauthausen-Gusen. Lavora dapprima alla costruzione del campo di Gusen II e poi in galleria. Nel maggio del 1945, Angelo, finalmente libero, torna in Italia, lavora presso una grande industria editoriale a Milano, dove vive con la famiglia. Diventa un testimone e guida numerosi viaggi a Mauthausen-Gusen.
Due mondi
Il padre di Angelo, socialista ed antifascista, aveva subito la persecuzione dei fascisti già a partire dal 1923-24. Angelo cresce secondo la dottrina del papà, ma la scuola che frequenta e tutta la società sono pervase dal totalitarismo ideologico fascista e i ragazzi devono militare nell’Opera Nazionale Balilla. Il giovane Angelo vive questa contraddizione tra il pensiero respirato in casa e quello imposto fuori.
La scelta
Arriva comunque il momento della presa di coscienza e già nel 1943 Angelo fa la sua scelta: con un gruppo di ragazzi, sei studenti di Cernusco, inizia a svolgere attività antifascista.
Tradimento e arresto
Il 18 dicembre del 1943, arrivano da Milano alcuni militari tedeschi che, casa per casa, arrestano tutti i componenti del gruppo: Roberto Camerani, Ennio Sala, Quinto Calloni, Virginio Oriani e Pierino Colombo. Angelo viene trasportato, con i suoi compagni, al carcere di San Vittore, a Milano. Dopo gli scioperi dei lavoratori contro la guerra e l’occupazione tedesca, il carcere si riempie di operai ed antifascisti: è ora di fare un po’ di spazio, così Il 4 marzo del 1944, di notte, con cento prigionieri, viene chiuso in un vagone merci e fatto partire per la deportazione. Arriveranno alla stazione di Mauthausen.
Da Mauthausen a Gusen
Il 14 maggio del 1944 Angelo viene inviato, con altri 2000 deportati, ad uno dei più grandi sottocampi di Mauthausen, Gusen, che raggiunge dopo una marcia di circa otto chilometri, con i piedi ormai piagati dagli zoccoli di legno rotti e spaiati. Angelo è fortunato perché riesce ad entrare in un Kommando che prepara le punte da usare per le perforazioni, un lavoro che consente di resistere qualche mese, qualche giorno in più. Poi le cose cambiano, altri lavori, più fatica.
Libero
Appena arrivano gli americani, l’8 maggio del 1945, Angelo è impaziente, non sopporta più il campo, il suo odore, stracci come vestiti e la scabbia. Con alcuni compagni lascia il campo e trova dei militari italiani rilasciati dai campi di prigionia. Viene aiutato a riprendersi e scopre che tra i soldati italiani c’è suo fratello. Si ritrovano, si riabbracciano e poi finalmente inizia il viaggio di ritorno a casa.
La vita riprende.
Associazione Roberto Camerani
Materiale disponibile
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