Benvenuti in "La memoria è un bene rinnovabile", questo sito rappresenta il prodotto del lavoro svolto da alcune associazioni di Cernusco sul Naviglio sul tema della conservazione e trasmissione della memoria storica legata all’immenso patrimonio che la Resistenza ci ha lasciato.
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Percorsi e momorie della resistenza
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memoriarinnovabile
21/01/2013

Borsa di studio dedicata alla memoria di Roberto Camerani

La Cooperativa Sociale La Speranza Cassina Sant’Agata di Cassina de' Pecchi (Milano) indice l’8° edizione della Borsa di Studio dedicata a Roberto Camerani, ex deportato nel lager austriaco di Mauthausen, venuto a mancare il 20 luglio del 2005.


03/12/2012

Aggressione fascista a Milano.

Un antifascista ferito a coltellate da un gruppo di fascisti nelle vicinanze della stazione centrale. Comunicato della sezione ANPI “Giovanni Pesce e Nori Brambilla”.

18/11/2012

Due importanti incontri per la Giornata internazionale contro la VIOLENZA sulle donne

1) Casa delle Arti di CERNUSCO SUL NAVIGLIO – Venerdì 23 novembre ore 21.00 organizzato dall’Assessorato alle pari opportunità del Comune di Cernusco (vedi allegato in coda)

2) Aula Consiliare Comune di PIOLTELLO -
Domenica 25 novembre ore 16.00 organizzato da Se Non Ora Quando di Pioltello e varie associazioni tra cui il Gruppo UDI Donnedioggi di Cernusco e Martesana (vedi allegato in coda)

30/10/2012

Milano renderà omaggio a Giovanni Pesce e Nori Brambilla Pesce

Martedì 6 Novembre 2012 alle ore 18,00 alla Sala Alessi di Palazzo Marino

La Libera Università delle Donne organizza quattro incontri su: Donne sulla soglia. Riflessioni sul lato in ombra della cittadinanza

Gli incontri, che verranno tenuti da Maria Grazia Campari, si terranno a novembre, nella biblioteca di via Fatebenefratelli a Cernusco dalle 10 alle 12

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24/11/2015

La Brigata di via Mascagni

LA BRIGATA DI VIA MASCAGNI
Un commosso ricordo di Tino Casali, scomparso il 29 ottobre 2015

Ho attraversato quella soglia, gli austeri locali di via Mascagni, fresco presidente della sezione ANPI di Cernusco. Allora, quelli che come me non erano stati partigiani, né patrioti e neppure avevano visto la guerra, non potevano ricoprire cariche all’interno dell’organizzazione. L’inesorabilità del tempo aveva fatto giustizia di una norma non più attuale, ormai prassi consolidata, ma non riconosciuta e codificata. Entrando in quel luogo senza tempo si veniva accolti da un piacevole odore di legno antico, la penombra e il silenzio attutivano il clamore della Milano esterna. La prima cosa piuttosto stupida che mi ero chiesto era come fosse possibile che praticamente attigue, convivessero il simbolo dell’antifascismo e quella palestra un tempo tempio del pugilato professionistico ed ora ritrovo di fascisti. Si entrava e lì incontravi la Brigata di via Mascagni: Giliberti, protagonista degli scioperi del ‘44, la Ceda, staffetta partigiana, Norina Pesce staffetta e compagna di sempre di Giovanni, corpi ormai fragili, teste canute che esprimevano comunque risolutezza ed energia. E poi c’era lui: il presidente Tino Casali. Quante volte l’avevo ascoltato in piazza Duomo nella ricorrenza del 25 aprile o in piazzale Loreto in memoria dell’eccidio lì avvenuto il 10 agosto 1944. O ancora nelle assemblee dei presidenti di sezione, introdotte dalle sue relazioni precise, puntuali e di grande respiro, pronunciate con quella sua erre arrotata, forse eredità della sua antica militanza in Francia, come fu per il suo amico Visone. Chiedevo la parola, ma per le prime due/tre riunioni, la presidenza faceva finta di non vedermi, una regola un po’ austera ma di sicuro insegnamento: “prima di parlare impara ad ascoltare”. Poi quando si decisero a darmi la parola, all’inizio la voce era un po’ incerta: non era facile dover intervenire dopo una sequenza di voci di quelli che avevano scritto la Storia della Resistenza milanese e non solo. Quelli della Brigata di via Mascagni sembravano distratti, invece ti ascoltavano e ti pesavano. E via via li potevi conquistare e dopo un po’ erano loro a chiederti consigli, risposte: “Tu che sei giovane…”, anche se ormai avevo superato i cinquant’anni. Rimanevo lì imbarazzato a pensare come fosse possibile che chiedessero a me, io avevo solo da imparare. E la Norina che mi diceva: “Vai di là, nel suo ufficio c’è Tino Casali. Ha piacere di vedere i nuovi presidenti.” Io andavo, sarei stato sull’attenti, lui invece mi faceva sedere di fronte. La sua scrivania sempre ingombra di carte, la sua erre arrotata, l’immancabile telefonata che troncava la conversazione, il mio saluto, il suo cenno con la mano. E poi negli ultimi tempi, una malattia invisibile che dava i primi segnali, una malattia che toglieva la memoria proprio a chi della trasmissione della memoria aveva fatto il motivo di una vita. Gli incontri erano più brevi, Tino abbassava la testa sulle carte e non c’era più. Io mi allontanavo in silenzio. E la Norina mi diceva: “Gli ha fatto piacere vederti...” Sapevamo entrambi che forse non era vero. Se ne sono andati tutti in silenzio, in punta di piedi, con grande dignità com’era loro costume. Anche l’ANPI non è più in via Mascagni e io mi sono fatto più vecchio. Mi viene da pensare come la vita, senza alcun merito, ti faccia incontrare, scontrare, discutere ed ascoltare persone di cui i giovani non sapranno, al massimo qualche curioso saprà attraverso i libri di storia, ma chi li legge più in questo Paese dove la malattia invisibile ha contagiato tutti? Potranno forse ascoltare me quando magari, coetaneo della Brigata di via Mascagni, andrò nelle scuole a raccontare una storia che non ho vissuto e che, come nella canzone di Guccini, ai più sembrerà una favola.
Franco Salamini