11/10/2013
Perché non ci saremo.
14/09/2013
Comunicato della sezione "Riboldi-Mattavelli"
10/09/2013
IL SINDACO DI CANTU' CLAUDIO BIZZOZZERO HA DATO LA SUA AUTORIZZAZIONE CHE IL RADUNO NEONAZISTA EUROPEO ABBIA LUOGO A CANTU', NELLO SPAZIO PUBBLICO DI CAMPO SOLARO.
IL RADUNO AVRA' LUOGO I GIORNI 13/14/15 SETTEMBRE A CANTU'.
L' ANPI LOMBARDIA, IN SEGNO DI PROTESTA CONTRO L'AUTORIZZAZIONE, CHE SI PONE IN APERTO CONTRASTO CON I PRINCIPI SANCITI DALLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA E DALLE LEGGI SCELBA E MANCINO, HA PROMOSSO GIOVEDI' 12 SETTEMBRE DALLE 18 ALLE 21 UNA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA A LIVELLO REGIONALE A COMO, DAVANTI AL MONUMENTO ALLA RESISTENZA EUROPEA, LUOGO SIMBOLO DELLA LOTTA AL NAZIFASCISMO, AL RAZZISMO, ALL' ANTISEMITISMOI E ALLA XENOFOBIA.
06/09/2013
Dal 12 al 14 settembre, in una località non ancora precisata della Lombardia (secondo indiscrezioni nella periferia Nord di Milano), è previsto un raduno neonazista promosso da Forza Nuova al quale parteciperanno formazioni che si caratterizzano per la loro carica antisemita, xenofoba e razzista provenienti da tutta Europa.
25/05/2013
Lunedì 27 maggio 2013 ore 17 in Biblioteca, nella ricorrenza della Festa della Repubblica, il Sindaco Eugenio Comincini e l'Assessora all'Educazione e alle Culture Rita Zecchini consegneranno la Costituzione ai diciottenni. La Costituzione non è uno spazio della memoria ma un testo vivo. Le pagine della Costituzione sono pagine per il futuro, il futuro di tutti.
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24/11/2015
La Brigata di via Mascagni
LA BRIGATA DI VIA MASCAGNI
Un commosso ricordo di Tino Casali, scomparso il 29 ottobre 2015
Ho attraversato quella soglia, gli austeri locali di via Mascagni, fresco presidente della sezione ANPI di Cernusco. Allora, quelli che come me non erano stati partigiani, né patrioti e neppure avevano visto la guerra, non potevano ricoprire cariche all’interno dell’organizzazione. L’inesorabilità del tempo aveva fatto giustizia di una norma non più attuale, ormai prassi consolidata, ma non riconosciuta e codificata. Entrando in quel luogo senza tempo si veniva accolti da un piacevole odore di legno antico, la penombra e il silenzio attutivano il clamore della Milano esterna. La prima cosa piuttosto stupida che mi ero chiesto era come fosse possibile che praticamente attigue, convivessero il simbolo dell’antifascismo e quella palestra un tempo tempio del pugilato professionistico ed ora ritrovo di fascisti. Si entrava e lì incontravi la Brigata di via Mascagni: Giliberti, protagonista degli scioperi del ‘44, la Ceda, staffetta partigiana, Norina Pesce staffetta e compagna di sempre di Giovanni, corpi ormai fragili, teste canute che esprimevano comunque risolutezza ed energia. E poi c’era lui: il presidente Tino Casali. Quante volte l’avevo ascoltato in piazza Duomo nella ricorrenza del 25 aprile o in piazzale Loreto in memoria dell’eccidio lì avvenuto il 10 agosto 1944. O ancora nelle assemblee dei presidenti di sezione, introdotte dalle sue relazioni precise, puntuali e di grande respiro, pronunciate con quella sua erre arrotata, forse eredità della sua antica militanza in Francia, come fu per il suo amico Visone. Chiedevo la parola, ma per le prime due/tre riunioni, la presidenza faceva finta di non vedermi, una regola un po’ austera ma di sicuro insegnamento: “prima di parlare impara ad ascoltareâ€. Poi quando si decisero a darmi la parola, all’inizio la voce era un po’ incerta: non era facile dover intervenire dopo una sequenza di voci di quelli che avevano scritto la Storia della Resistenza milanese e non solo. Quelli della Brigata di via Mascagni sembravano distratti, invece ti ascoltavano e ti pesavano. E via via li potevi conquistare e dopo un po’ erano loro a chiederti consigli, risposte: “Tu che sei giovane…â€, anche se ormai avevo superato i cinquant’anni. Rimanevo lì imbarazzato a pensare come fosse possibile che chiedessero a me, io avevo solo da imparare. E la Norina che mi diceva: “Vai di là , nel suo ufficio c’è Tino Casali. Ha piacere di vedere i nuovi presidenti.†Io andavo, sarei stato sull’attenti, lui invece mi faceva sedere di fronte. La sua scrivania sempre ingombra di carte, la sua erre arrotata, l’immancabile telefonata che troncava la conversazione, il mio saluto, il suo cenno con la mano. E poi negli ultimi tempi, una malattia invisibile che dava i primi segnali, una malattia che toglieva la memoria proprio a chi della trasmissione della memoria aveva fatto il motivo di una vita. Gli incontri erano più brevi, Tino abbassava la testa sulle carte e non c’era più. Io mi allontanavo in silenzio. E la Norina mi diceva: “Gli ha fatto piacere vederti...†Sapevamo entrambi che forse non era vero. Se ne sono andati tutti in silenzio, in punta di piedi, con grande dignità com’era loro costume. Anche l’ANPI non è più in via Mascagni e io mi sono fatto più vecchio. Mi viene da pensare come la vita, senza alcun merito, ti faccia incontrare, scontrare, discutere ed ascoltare persone di cui i giovani non sapranno, al massimo qualche curioso saprà attraverso i libri di storia, ma chi li legge più in questo Paese dove la malattia invisibile ha contagiato tutti? Potranno forse ascoltare me quando magari, coetaneo della Brigata di via Mascagni, andrò nelle scuole a raccontare una storia che non ho vissuto e che, come nella canzone di Guccini, ai più sembrerà una favola.
Franco Salamini