Benvenuti in "La memoria è un bene rinnovabile", questo sito rappresenta il prodotto del lavoro svolto da alcune associazioni di Cernusco sul Naviglio sul tema della conservazione e trasmissione della memoria storica legata all’immenso patrimonio che la Resistenza ci ha lasciato.
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11/12/2013

Il Presidente nazionale dell'ANPI sulle manifestazioni dei forconi

Comunicato di Carlo Smuraglia sulle manifestazioni di questi giorni

09/12/2013

A Cassina de' Pecchi intitolazione della locale sezione ANPI a Don Gallo

14 Dicembre ore 21,00 presso la Chiesa di Sant'Agata Martesana

22/11/2013

La posizione dell'ANPI Nazionale sulle modifiche alla Costituzione

Carlo Smuraglia: “La Camera a breve voterà sulle modifiche all’art. 138. Facciamoci sentire e difendiamola, questa Costituzione, da questo nuovo attacco. Il 24 novembre l’ANPI sarà in oltre 160 piazze d’Italia per informare i cittadini e in seguito organizzerà un presidio davanti a Montecitorio. Non esiste battaglia impossibile!”


05/11/2013

Lettera aperta del Presidente Nazionale dell’ANPI alle cittadine ed ai cittadini italiani

“Riguardo alle riforme costituzionali si vuole togliere l’ultima parola ai cittadini su una norma di garanzia costituzionale (art. 138 della Costituzione). Mobilitiamoci insieme per impedirlo. L’ANPI invita tutti il 24 novembre, nelle piazze d’Italia, per un appuntamento con la Costituzione e propone a tutte le altre Associazioni un presidio da tenere nei pressi della Camera dei Deputati nei giorni immediatamente precedenti al voto (attorno al 10-11 dicembre)”


GRAVE ATTENTATO ALLA SEDE ANPI DI LEGNANO

COMUNICATO STAMPA DELL'ANPI PROVINCIALE DI MILANO

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24/11/2015

La Brigata di via Mascagni

LA BRIGATA DI VIA MASCAGNI
Un commosso ricordo di Tino Casali, scomparso il 29 ottobre 2015

Ho attraversato quella soglia, gli austeri locali di via Mascagni, fresco presidente della sezione ANPI di Cernusco. Allora, quelli che come me non erano stati partigiani, né patrioti e neppure avevano visto la guerra, non potevano ricoprire cariche all’interno dell’organizzazione. L’inesorabilità del tempo aveva fatto giustizia di una norma non più attuale, ormai prassi consolidata, ma non riconosciuta e codificata. Entrando in quel luogo senza tempo si veniva accolti da un piacevole odore di legno antico, la penombra e il silenzio attutivano il clamore della Milano esterna. La prima cosa piuttosto stupida che mi ero chiesto era come fosse possibile che praticamente attigue, convivessero il simbolo dell’antifascismo e quella palestra un tempo tempio del pugilato professionistico ed ora ritrovo di fascisti. Si entrava e lì incontravi la Brigata di via Mascagni: Giliberti, protagonista degli scioperi del ‘44, la Ceda, staffetta partigiana, Norina Pesce staffetta e compagna di sempre di Giovanni, corpi ormai fragili, teste canute che esprimevano comunque risolutezza ed energia. E poi c’era lui: il presidente Tino Casali. Quante volte l’avevo ascoltato in piazza Duomo nella ricorrenza del 25 aprile o in piazzale Loreto in memoria dell’eccidio lì avvenuto il 10 agosto 1944. O ancora nelle assemblee dei presidenti di sezione, introdotte dalle sue relazioni precise, puntuali e di grande respiro, pronunciate con quella sua erre arrotata, forse eredità della sua antica militanza in Francia, come fu per il suo amico Visone. Chiedevo la parola, ma per le prime due/tre riunioni, la presidenza faceva finta di non vedermi, una regola un po’ austera ma di sicuro insegnamento: “prima di parlare impara ad ascoltare”. Poi quando si decisero a darmi la parola, all’inizio la voce era un po’ incerta: non era facile dover intervenire dopo una sequenza di voci di quelli che avevano scritto la Storia della Resistenza milanese e non solo. Quelli della Brigata di via Mascagni sembravano distratti, invece ti ascoltavano e ti pesavano. E via via li potevi conquistare e dopo un po’ erano loro a chiederti consigli, risposte: “Tu che sei giovane…”, anche se ormai avevo superato i cinquant’anni. Rimanevo lì imbarazzato a pensare come fosse possibile che chiedessero a me, io avevo solo da imparare. E la Norina che mi diceva: “Vai di là, nel suo ufficio c’è Tino Casali. Ha piacere di vedere i nuovi presidenti.” Io andavo, sarei stato sull’attenti, lui invece mi faceva sedere di fronte. La sua scrivania sempre ingombra di carte, la sua erre arrotata, l’immancabile telefonata che troncava la conversazione, il mio saluto, il suo cenno con la mano. E poi negli ultimi tempi, una malattia invisibile che dava i primi segnali, una malattia che toglieva la memoria proprio a chi della trasmissione della memoria aveva fatto il motivo di una vita. Gli incontri erano più brevi, Tino abbassava la testa sulle carte e non c’era più. Io mi allontanavo in silenzio. E la Norina mi diceva: “Gli ha fatto piacere vederti...” Sapevamo entrambi che forse non era vero. Se ne sono andati tutti in silenzio, in punta di piedi, con grande dignità com’era loro costume. Anche l’ANPI non è più in via Mascagni e io mi sono fatto più vecchio. Mi viene da pensare come la vita, senza alcun merito, ti faccia incontrare, scontrare, discutere ed ascoltare persone di cui i giovani non sapranno, al massimo qualche curioso saprà attraverso i libri di storia, ma chi li legge più in questo Paese dove la malattia invisibile ha contagiato tutti? Potranno forse ascoltare me quando magari, coetaneo della Brigata di via Mascagni, andrò nelle scuole a raccontare una storia che non ho vissuto e che, come nella canzone di Guccini, ai più sembrerà una favola.
Franco Salamini