18/07/2014
Non è con le armi che si troverà la strada della convivenza e della giustizia, ma solo con intese ed accordi che rendano giustizia ai diritti di tutti e non soltanto alle ragioni del più forte. L'Europa e il Governo italiano trovino finalmente il coraggio di assumere iniziative concrete.
28/04/2014
Giovedì primo maggio 2014,dalle ore 16.00 in poi, in via Fatebenefratelli davanti alla sede del Circolo ACLI di Cernusco.
11/03/2014
In via Mancinelli,luogo dell'assassinio,il 18 Marzo dalle ore 16 alle ore 23 una serie d'iniziative per non dimenticare
23/01/2014
Lettera del presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia, agli studenti di Vasto in occasione della giornata della memoria.
22/01/2014
Intervista sull'Unità al presidente nazionale dell'ANPI : «Ho l’impressione che ci sia una generale disattenzione, anche a sinistra, sulla gravità del momento e sul valore delle prossime elezioni europee per bloccare l’avanzata di fascismi, nuovi populismi, razzismo». Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi, è diretto nel bacchettare i partiti, impegnati a discutere di regole piuttosto che su come arginare un crescente disagio sociale e i pericoli che ne derivano. Lo fa dal convegno che si è tenuto ieri in Campidoglio con la Federazione internazionale dei Resistenti (Fir), la principale associazione in difesa dei valori di Resistenza e antifascismo in Europa.
|
1 |
2 | 3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
24/11/2015
La Brigata di via Mascagni
LA BRIGATA DI VIA MASCAGNI
Un commosso ricordo di Tino Casali, scomparso il 29 ottobre 2015
Ho attraversato quella soglia, gli austeri locali di via Mascagni, fresco presidente della sezione ANPI di Cernusco. Allora, quelli che come me non erano stati partigiani, né patrioti e neppure avevano visto la guerra, non potevano ricoprire cariche all’interno dell’organizzazione. L’inesorabilità del tempo aveva fatto giustizia di una norma non più attuale, ormai prassi consolidata, ma non riconosciuta e codificata. Entrando in quel luogo senza tempo si veniva accolti da un piacevole odore di legno antico, la penombra e il silenzio attutivano il clamore della Milano esterna. La prima cosa piuttosto stupida che mi ero chiesto era come fosse possibile che praticamente attigue, convivessero il simbolo dell’antifascismo e quella palestra un tempo tempio del pugilato professionistico ed ora ritrovo di fascisti. Si entrava e lì incontravi la Brigata di via Mascagni: Giliberti, protagonista degli scioperi del ‘44, la Ceda, staffetta partigiana, Norina Pesce staffetta e compagna di sempre di Giovanni, corpi ormai fragili, teste canute che esprimevano comunque risolutezza ed energia. E poi c’era lui: il presidente Tino Casali. Quante volte l’avevo ascoltato in piazza Duomo nella ricorrenza del 25 aprile o in piazzale Loreto in memoria dell’eccidio lì avvenuto il 10 agosto 1944. O ancora nelle assemblee dei presidenti di sezione, introdotte dalle sue relazioni precise, puntuali e di grande respiro, pronunciate con quella sua erre arrotata, forse eredità della sua antica militanza in Francia, come fu per il suo amico Visone. Chiedevo la parola, ma per le prime due/tre riunioni, la presidenza faceva finta di non vedermi, una regola un po’ austera ma di sicuro insegnamento: “prima di parlare impara ad ascoltareâ€. Poi quando si decisero a darmi la parola, all’inizio la voce era un po’ incerta: non era facile dover intervenire dopo una sequenza di voci di quelli che avevano scritto la Storia della Resistenza milanese e non solo. Quelli della Brigata di via Mascagni sembravano distratti, invece ti ascoltavano e ti pesavano. E via via li potevi conquistare e dopo un po’ erano loro a chiederti consigli, risposte: “Tu che sei giovane…â€, anche se ormai avevo superato i cinquant’anni. Rimanevo lì imbarazzato a pensare come fosse possibile che chiedessero a me, io avevo solo da imparare. E la Norina che mi diceva: “Vai di là , nel suo ufficio c’è Tino Casali. Ha piacere di vedere i nuovi presidenti.†Io andavo, sarei stato sull’attenti, lui invece mi faceva sedere di fronte. La sua scrivania sempre ingombra di carte, la sua erre arrotata, l’immancabile telefonata che troncava la conversazione, il mio saluto, il suo cenno con la mano. E poi negli ultimi tempi, una malattia invisibile che dava i primi segnali, una malattia che toglieva la memoria proprio a chi della trasmissione della memoria aveva fatto il motivo di una vita. Gli incontri erano più brevi, Tino abbassava la testa sulle carte e non c’era più. Io mi allontanavo in silenzio. E la Norina mi diceva: “Gli ha fatto piacere vederti...†Sapevamo entrambi che forse non era vero. Se ne sono andati tutti in silenzio, in punta di piedi, con grande dignità com’era loro costume. Anche l’ANPI non è più in via Mascagni e io mi sono fatto più vecchio. Mi viene da pensare come la vita, senza alcun merito, ti faccia incontrare, scontrare, discutere ed ascoltare persone di cui i giovani non sapranno, al massimo qualche curioso saprà attraverso i libri di storia, ma chi li legge più in questo Paese dove la malattia invisibile ha contagiato tutti? Potranno forse ascoltare me quando magari, coetaneo della Brigata di via Mascagni, andrò nelle scuole a raccontare una storia che non ho vissuto e che, come nella canzone di Guccini, ai più sembrerà una favola.
Franco Salamini