Le azioni partigiane divennero sempre più frequenti e incisive. Il potenziamento di distaccamenti e brigate e una maggior organizzazione permisero di alzare il livello dello scontro. Nella Martesana gli obiettivi contro cui i partigiani portarono i loro attacchi furono, oltre ai presidi tedeschi e repubblichini, le infrastrutture di maggior rilievo: l’autostrada Milano-Bergamo, la statale n° 11, la strada Monza-Vimercate-Pessano, la statale di Melzo; i nodi ferroviari di Limito e Cassano; la linea di alta tensione che, partendo dall’Adda, alimentava la zona industriale di Sesto San Giovanni; le linee telefoniche che collegavano il Comando tedesco di Monza con il Quartiere del Ministero delle forze armate della RSI. Il 28 settembre vi fu una “scorribanda†propagandistica in grande stile a Cernusco, Vimodrone, Brugherio. Nel gennaio del 1945 Giovanni Vanoli e Angelo Tornielli, della 105a Brigata Garibaldi, seminavano chiodi a tre punte sulla statale n° 11, obbligando alla sosta una colonna tedesca di cinque camion.
Il 21 gennaio nel salone cinematografico di Cernusco avveniva un lancio di manifesti contro tedeschi e fascisti; i giovani partigiani che compivano l’azione venivano arrestati e portati alla Villa Reale di Monza, sede del Comando del Presidio fascista.
In marzo, in seguito all’arresto da parte della Legione “Ettore Muti†del garibaldino Albino Oretti, i componenti della 105a Brigata dovettero abbandonare le loro abitazioni, alcune delle quali (compresa quella del comandante Giovanni Vanoli) vennero perquisite dai fascisti. Il 24 aprile un camion carico di partigiani provenienti da Carugate s’incontrava a Cernusco con dei tedeschi, che all’altezza del Collegio Marcelline, nello scontro che ne seguiva, lasciavano due caduti. La sera, in Viale Assunta, Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli, dell’11a Brigata Matteotti, nell’azione di disarmo di un ufficiale repubblichino venivano da lui uccisi: l’ufficiale teneva infatti nascosta una seconda pistola, che al momento opportuno scaricò sui giovani partigiani. Il pomeriggio del 26 aprile, il Comando tedesco di Cernusco, che aveva sede presso Palazzo Tizzoni nell’attuale Piazza Matteotti, forte di un centinaio di soldati, si arrendeva a una delegazione della quale facevano parte Felice Frigerio e Mario Pirola, della 26a Brigata del Popolo, Giovanni Vanoli, della 105a Brigata Garibaldi; Vittorio Galeone ed Edvigio Sirtori, dell’11a Brigata Matteotti; Gian Luigi Barni, del Partito d’Azione; il Prevosto Mons. Claudio Guidali e Mario Lucioni in qualità di interprete. All’annuncio della resa del Comando tedesco, dalla piazza stracolma di gente si sollevarono liberatorie grida di gioia. Nei giorni seguenti si procedette ad attacchi e rastrellamenti di colonne tedesche e fasciste in ritirata. Il 28, il distaccamento di Cernusco della 105a Brigata Garibaldi partecipava all’attacco, presso Cascina Bianca di Vignate, a una colonna nazifascista, costringendola alla resa. Il giorno successivo, lo stesso distaccamento partecipava, tra San Pedrino e Truccazzano, all’attacco e alla cattura di un'altra colonna nemica. Il 30, lunghe colonne tedesche, molto ben armate, venivano attaccate, a Liscate, da partigiani di diverse brigate e dalle punte corazzate americane. Venivano così arrestati 1.200 uomini e recuperati 50 cavalli, 150 armi pesanti, cannoni, mortai, automezzi. A questa azione parteciparono anche le brigate di Cernusco.
Giorgio Perego