home /
/
La Resistenza a Cernusco
La Resistenza a Cernusco
Questa sezione percorre gli eventi storici e i personaggi che diedero vita alla Resistenza cernuschese. Non è semplice limitare le azioni in ambito comunale perché le brigate partigiane agivano su territori più vasti e avevano confini che comprendevano più Comuni.
A Cernusco non avvennero episodi particolarmente eclatanti, ma certo importanti, come lo sono alcuni protagonisti della Resistenza locale. Non c’è una Resistenza minore e una con la “erre†maiuscola: le azioni che oggi possono apparire banali, il trasporto di materiale di propaganda per mano di una staffetta, il volantinaggio a favore dello sciopero promosso da un giovane operaio, il rastrellamento e l’occultamento di armi, l’affissione di un manifesto contro la dittatura o la protezione e l’asilo offerti a un ricercato, potevano costare il carcere, la deportazione, la vita. Fu proprio il moltiplicarsi di queste piccole azioni che permisero di scrivere le gloriose pagine della Resistenza.
A mettersi in gioco furono soprattutto i giovani, non eroi senza macchia e paura, ma esseri umani in carne e ossa, i cui cognomi ci risultano familiari e le cui immagini si trovano sugli album fotografici delle famiglie cernuschesi. Costoro ebbero il coraggio di fare una scelta difficile, pericolosa, ma piena di speranza.
Come ha ricordato in una recente intervista Giorgio Bocca, i suoi anni più belli furono quelli della lotta partigiana: «
Eravamo inebriati dal respirare un’aria fresca e pulita che molti di noi non conoscevano: era la libertà . Come tutti i giovani eravamo un po’ pazzi, convinti che a noi non poteva capitare nulla di male, che avremmo veramente cambiato il Paese ».
Onore a quei giovani che, forse, non sono riusciti a cambiare il Paese, ma certamente lo hanno liberato da una sanguinosa dittatura.
Franco Salamini
- Dietro ad ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi: caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una carta morta… no, non è una carta morta! Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei lager dove furono sterminati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità , andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. Lettera a studenti universitari di Milano - 1955 Piero Calamandrei